• Catalogo mostra Monolocali, testo a cura di Ivan Quaroni, n. pagine 42
  • Vanni Cuoghi, Monolocale 12 (l'astice), 2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)
  • Vanni Cuoghi, Monolocale 17 (Tinto), 2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)
  • Vanni Cuoghi, Monolocale 18 (La Lettera),2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)
  • Vanni Cuoghi, Monolocale 19 (Le ciliegie), 2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)
  • Catalogo mostra Monolocali, testo a cura di Ivan Quaroni, n. pagine 42

  • Vanni Cuoghi, Monolocale 12 (l'astice), 2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)

  • Vanni Cuoghi, Monolocale 17 (Tinto), 2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)

  • Vanni Cuoghi, Monolocale 18 (La Lettera),2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)

  • Vanni Cuoghi, Monolocale 19 (Le ciliegie), 2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)

  • Catalogo mostra Monolocali, testo a cura di Ivan Quaroni, n. pagine 42
  • Vanni Cuoghi, Monolocale 12 (l'astice), 2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)
  • Vanni Cuoghi, Monolocale 17 (Tinto), 2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)
  • Vanni Cuoghi, Monolocale 18 (La Lettera),2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)
  • Vanni Cuoghi, Monolocale 19 (Le ciliegie), 2015. Tecnica mista su tela (21x30 cm)
Vanni Cuoghi
Monolocali. Tutte le mattine del mondo

14 maggio - 23 luglio 2015

Area/B

A cura di Ivan Quaroni

Nella nuova sede in Via Marco D’Oggiono 10 a Milano, giovedì 14 maggio la galleria AREA B presenta Monolocali: tutte le mattine del mondo, personale di Vanni Cuoghi, a cura di Ivan Quaroni.
L’interesse per una tipologia di abitazione con precise caratteristiche, appartiene alla biografia di Vanni Cuoghi, che ha vissuto per diversi anni in case molto piccole, in particolare, da studente, abitava in un monolocale di Viale Monza a Milano.
L’ottimizzazione e lo studio di ogni singolo spazio, il bisogno obbligato di ordine, ma anche i rapporti con i vicini e il cibo; questi temi hanno lasciato un’impronta importante nell’artista, che suggerisce come in uno spazio piccolo tutto possa paradossalmente amplificarsi, assumendo maggiore consistenza.
In spazi ristretti, anche il rapporto con i vicini è oggetto di riflessioni e interrogativi: ci si domanda che tipo di persone siano, come passino il tempo, e li si può anche immaginare a compiere gli atti più assurdi, come per esempio far rotolare continuamente biglie di vetro sul tavolo, che immancabilmente cadono a terra, oppure ci si può chiedere che cosa stiano mangiando.
Da queste riflessioni nascono dei piccoli teatri, veri e propri diorami su cui si stagliano alcune figure, protagoniste fluttuanti in una realtà metafisica e surreale. Donne e uomini che compiono gesti all’apparenza comuni, come prendere la ciotola del gatto o spostare un vaso di fiori, o ancora danzare, ma che allo stesso tempo convivono con un’invasione visiva, qualcosa di non definito che sconvolge la scena, che non sempre appartiene al mondo reale.
Potrebbe trattarsi anche solo di un rumore, o un odore; Vanni Cuoghi sottolinea infatti la proprietà evocativa del cibo, capace di suggerire immagini, racconti, fantasie, luoghi e momenti della memoria. Via libera allora ad evocazioni e ricordi di precisi momenti: la scoperta del basilico di Pra appena colto, o il sapore – immaginato grazie ad un racconto di amici - dell’astice del Maine, o la scoperta di un particolare tipo di salsa e tanti altri ancora, fino a ricostruire episodi e luoghi passati che ancora vivono con forza.